
Quella non era una camera da letto ma un letto-camera e, tolte le scarpe sulla soglia, il resto, inutile dirlo, era tutto una soffice nuvola
Quando per la prima volta ho avuto fra le mani un campione di «Gommapiuma», mi sono talmente entusiasmato che, mentre meccanicamente seguitavo ad accarezzarlo, la mia fantasia volava a strane architetture… in gomma ed in piuma (senza dubbio i migliori materiali per costruire castelli in aria).
Avete provato ad accarezzare un materassino in «Gommapiuma»? È tenero ed elastico e morbido; sembra di toccare una bella donna; niente di strano quindi che la mia fantasia volasse.
Il tavolone sul quale mi appoggiavo era ingombro di campioni svariatissimi […]. La mia mano passava dall’uno all’altro per poi tornare sempre con gioia carnale alla gommapiuma, prodotto «femmina» ad honorem. Ho immaginato una torpida casa del sonno in gommapiuma, una casa non ben chiara nella mia mente e che vorrei sapervi descrivere per la speranza che qualcuno meno pigro di me possa cavarne qualcosa di utile.
Dirò intanto che, nel sogno, in questa casa io arrivavo in un’automobile completamente foderata in gommapiuma; non solo i sedili (bella forza!) ma anche l’interno delle portiere, l’impugnatura del volante, gli orli del cruscotto, l’albero dello sterzo, il pavimento ed il soffitto. Gli urti, le scosse, i ribaltamenti, tutto era piacevole gioco da fiera, i parafanghi ed i paraurti erano naturalmente pure foderati in gommapiuma e quando toccavo un’altra macchina nell’incerta corsa del sogno, gli investiti mandavano sorrisi invece delle solite insolenze più o meno dialettali.
Arrivavo infine alla casa e con sorpresa trovavo la grande maniglia tenera e dolce come le braccia di Laura (nome falso). Entravo e salivo: tutti i pavimenti, i gradini, il corrimano delle scale, il parapetto del ballatoio, il rivestimento dei muri; tutto era morbido. Anche le ante degli armadi erano tenere e carezzevoli; anche gli orli del bagno. E la camera da letto? Quella non era una camera da letto, ma era un letto-camera e, tolte le scarpe sulla soglia, il resto, inutile dirlo, era tutto una nuvola di gommapiuma.
[…] Il fatto industriale «gommapiuma» risolve questi problemi di produrre in serie infinite forme perfettamente definite di un materiale inalterabile, assolutamente igienico ed asettico eppure dotato di morbidezza, tenerezza ed elasticità così come soltanto sanno darci (con nostra somma gioia) le purtroppo caduche polpe dei frutti e delle carni.
È sempre lenta la completa comprensione e quindi il completo sfruttamento di una nuova scoperta e, pur avendo già rivoluzionato la tecnica dello arredamento, la gommapiuma non è ancora stata capita e sfruttata in proporzione alle sue possibilità.
L’eterna morbidezza in grande serie. Vi par poco?